L’enigma del Quaderno
Anno: 2013
Editrice: Donzelli
Quando Gramsci muore, il 27 aprile del 1937, è la cognata Tatiana a prendere in consegna i manoscritti delle sue riflessioni carcerarie: i Quaderni. Il grande pubblico ne conoscerà l’esistenza per la prima volta in un discorso di Togliatti a Napoli al teatro San Carlo di Napoli il 29 aprile del 1945, è in quell’occasione che il capo dei comunisti italiani ne mostra uno al pubblico dicendo: “Egli (Gramsci) ci ha lasciato un patrimonio letterario prezioso, il risultato di questo suo lavoro, di questi suoi studi: trentaquattro grossi quaderni, come questi, eccone uno, coperti da una scrittura minuta, precisa, uguale”. Lo Piparo indaga sui percorsi dei manoscritti dal 27 aprile fino all’avvenuto deposito degli importanti documenti negli archivi della Fondazione Gramsci dove tutt’ora sono custoditi. In questo libro l’autore sostiene che Gramsci non è morto comunista (ma neanche convertito come fu affermato da emeriti Monsignori nel 2007), bensì liberale, come lui stesso avrebbe scritto in un Quaderno che manca all’appello e verosimilmente, secondo Lo Piparo, è stato trafugato e fatto sparire da quella coppia di birbanti di Piero Sraffa e Palmiro Togliatti, cioè il migliore amico di Gramsci carcerato e l’uomo politico che nel dopoguerra ha pubblicato e fatto conoscere al mondo l’opera del pensatore sardo, permeandone per più di un ventennio la politica culturale del Pci e forse anche quella delle persone più attente alle novità.
Associazione Casa Natale Antonio Gramsci
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