Venerdì 18 aprile torniamo a occuparci di Palestina proponendo la visione del film documentario “Sarura. The future is an unknown place” (SKM Factory, 2022) del regista bresciano Nicola Zambelli, già nostro gradito ospite lo scorso dicembre in occasione della presentazione del bando del concorso “Gramsci visto da dietro le sbarre”.
Il film della durata di 80 minuti è la continuazione, a distanza di dieci anni, di “Tomorrow’s Land – how we decided to tear down the invisible wall” (2011), opera diretta dallo stesso Zambelli assieme ad Andrea Paco Mariani, che raccontava l’esperienza del comitato di lotta popolare nonviolenta delle colline a sud di Hebron.
Sarura è un villaggio situato nella parte Sud della West Bank, sotto controllo civile e militare israeliano; si trova tra la città di Hebron ed il Deserto del Negev, vicino alle colonie israeliane di Ma’on e Avigayil. Gli abitanti di Sarura vivevano di un’economia di sostentamento, grazie all’allevamento di animali e alla coltivazione di alberi di ulivo. Alla fine degli anni ‘90, il villaggio venne completamente abbandonato a seguito dei continui attacchi da parte dei coloni degli avamposti israeliani, da poco insediatisi nell’area, e delle minacce dei soldati che avevano iniziato ad interdire loro l’uso delle terre. Mentre Sarura veniva evacuato – sorte condivisa anche da altri villaggi dell’area – gli abitanti della vicina At-Tuwani riuscirono a resistere ai tentativi di sgombero tramite la costituzione di un comitato di lotta popolare, evitando l’evacuazione e continuando per anni a reclamare il diritto a restare sulla propria terra, compiendo azioni dimostrative pacifiche di obiezione ai diktat del governo israeliano e continuando a pascolare sulle terre loro interdette.
A distanza di anni, i ragazzi e le ragazze palestinesi del collettivo “Youth of Sumud”- i giovani della perseveranza – ancora bambini durante le riprese di Tomorrow’s land e ora attivisti contro l’occupazione israeliana, cercano di restituire alla propria gente le terre sottratte alle loro famiglie, ristrutturando l’antico villaggio di grotte, piantando ulivi e continuando a monitorare la vita dei pastori e gli attacchi dei coloni con videocamere e cellulari, rendendo noto al mondo quello che accade nelle South Hebron Hills grazie ai social network.
La proiezione avrà inizio alle ore 19.00 nella spazio espositivo della casa natale di Antonio Gramsci in corso Cattedrale 14 ad Ales e verrà seguita da un dibattito a cui parteciperà il regista.
L’iniziativa di Ales è organizzata in collaborazione con l’Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza, la Biblioteca Comunale “Peppinetto Boy”, con il contributo della RAS e il patrocinio del Comune di Ales.
Note Biografiche
Nicola Zambelli è un filmmaker italiano autore di documentari, reportages e video artistici. Laureato in Filosofia Ermeneutica con una tesi sull’identità narrativa del Sé, in un confronto tra filosofia, fotografia e documentario, i lungometraggi e cortometraggi a cui ha lavorato sono stati proiettati in Italia e all’estero, ricevendo diversi riconoscimenti ai festival. Si occupa di regia, fotografia e camera.
E’ tra i fondatori della casa di produzione SMK Factory, ideatrice del portale di distribuzione cinematografica indipendente OpenDDB.it basato sull’idea di cultura aperta e dedicato al networking tra autori indipendenti.
Conduce progetti educativi nelle scuole con cui nel 2019 vince il primo premio ed una menzione speciale agli “International audiovisual awards” nelle giornate della 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
A Maggio 2020 vince una menzione speciale agli “EVA – excellence in visual anthropology awards” conferito da Ethnocineca di Vienna per il film “Cracks” e il premio “Best Performance” conferito dalla “Nil Art Gallery” di New York con il film breve “L’Ora del Risveglio”. Tra Novembre 2020 e Gennaio 2021 realizza tra gli spazi di C.AR.M.E., Bunkervik e Nuovo Eden a Brescia la sua prima mostra multimediale personale “What makes us weaker, makes us closer” attorno ai temi della pandemia e della solidarietà civile durante il primo lock-down con cui vince il premio “resilient communities” e il premio del pubblico al festival “Visioni urbane di Bologna”.
Il suo film documentario “Sarura – the future is an unknown place” è stato selezionato nel 2020 agli “Impact days” del Festival dei Diritti Umani FIFDH di Ginevra e agli “Industry Days” del Festival di Milano “Visioni dal Mondo”.